“Meow, meowww, meowwww!!!”
“Piccolo gatto, cosa diavolo vuoi?”
“Meow”
“Vuoi la pappa? No, ce l’hai”
“Meow”
“Acqua?”
“Meow”
“Uscire?”
“Meow”
“No, il mio polpaccio non lo puoi avere, è inutile che insisti”
“Meowwww!!!”
“Mi sembri un po’ strano, sai? Certo, mai come me che parlo con un gatto, in effetti. Ma….cos’hai lì davanti?”
Il nostro giovane e scapestrato Matisse, convinto com’è di essere un cervo e non un felino, deve essersi scornato contro un altro gatto per contendersi le grazie della micetta di turno, procurandosi un gran buco nel petto da chiudere con una una bella ricucita. E visto che per farlo è stato necessario addormentarlo, la nostra buona e brava veterinaria dai capelli rossi ha pensato di cogliere due piccioni con una fava, anche se forse non è il modo di dire più calzante trattandosi di gatto.
È quindi giunto il momento di dare un taglio al passato, di chiudere per sempre la carriera di casanova, appendere al chiodo le nottate brave e i miagolii suadenti, abbandonare l’assalto ai nostri polpacci, mettere un punto -o anche due- e andare a capo.
Coraggio Matisse, troveremo altri modi per passare il tempo.