In attesa dell’esibizione della piccola, tra sette giorni esatti, non siamo stati con le mani in mano, ché in questo periodo ricco di eventi non sembra proprio possibile.
Ieri pomeriggio è stata dunque la volta del saggio di musica della mezzana, che studia le note su Spotify e gli spartiti su Musically.
L’impegno profuso per boicottare l’evento è stato ammirevole, niente da dire.
Prima un improvviso mal di pancia, poi la misteriosa sparizione del cavo della tastiera, in ultimo un’apocalisse imminente.
Niente di tutto ciò è stato efficace, quindi alle diciassette esatte l’artista si è fatta trovare nel piazzale della scuola e mezz’ora dopo la piccola e io sedevamo sulle poltroncine rosse dell’aula magna.
Nell’ordine si sono esibiti i ragazzi e le ragazze di terza, quelli di prima, di seconda, poi ancora le prime, una canzone delle terze, l’assolo di sax, di nuovo le seconde, e come gran finale un virtuoso esempio di body percussion.
Per chi come me non lo sapesse, questa nobile forma artistica consiste nel produrre musica col corpo, per i ragazzini della fila dietro l’apoteosi delle scoregge.
La mezzana sul palco ha diviso la tastiera con una compagna, cantato una canzone in francese anche se studia tedesco e si è sbracciata nella nostra direzione per vietarci di riprendere o documentare la rumorosa esibizione.
Inutile dire che l’intero spettacolo e il file audio sono al sicuro in una cartella del mio computer, pronti ad essere usati come arma di ricatto nel futuro prossimo della figliola.
Avrò pure sopportato tutto questo per un buon motivo.