E all’improvviso, il genio

“Mother, prendo questi”

“Ma sono calzettoni al ginocchio! Fa caldo! E poi scusami, hai fatto tutto l’inverno coi ghiaccioli sulle caviglie nude e adesso che dovresti stare in infradito ti copri?”

“È la moda, mother”

“Mami mami guarda! C’è L!

Amica mia vieni, abbracciamoci!”

“Oh, ciao L, come stai? Sei qui con la nonna? Buongiorno signora”

“Ma buongiorno a lei, guarda che meraviglia queste creature come sono contente di vedersi. È una gioia, perché L è figlia unica e con la sua bambina sono come sorelle”

“Eh sì, proprio una bella amicizia”

“Ma anche quel ragazzo è figlio suo?”

“Sì”

“E quella ragazzina alta alta?”

“Pure”

“Caspita signora, non s’è risparmiata”

“Ehm…già”

“No ma dico, il televisore non ce l’avevate?”

“….”

“No dico, ci ha dato proprio dentro, eh?”

“Ragazzi! È ora di andare! Piccola, saluta l’amica L”

“Però mi raccomando, eh. Adesso basta!”

“Tranquilla signora. Ho Netflix”

Era da tempo che non mi si guardava come una strana creatura per via della prole.

Succedeva più che altro quando erano tutti piccini, e insieme vocianti sembravano ancora di più.

Finché un giorno il primogenito, all’ennesima anziana signora che al supermercato chiedeva come mai questi figliuoli fossero così numerosi, rispose serafico “eravamo tre per due alla corsia cinque, la mamma ci ha presi tutti lì”

Informazioni su BarbaraB.

Educatrice e mamma, preparatissima sulla teoria e un po' meno efficace nella pratica. Per tentativi ed errori vado avanti, con un carico di ironia come antidoto alle quotidiane fatiche educative.
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