Quando l’allieva supera la maestra

“È inutile, non ci capisco niente di musica. Non fa per me. E poi il flauto non funziona, io ci soffio dentro ma non fa un bel suono. Dobbiamo comprarne un altro”

“Ah, sorellina di poca fede! Vieni con me e ti aiuterò. Tra l’altro il prof lo dice sempre che sono portata per la musica”

“E perché non suoni mai la pianola allora?”

“Shhhhhhh! Ho perso il caricatore, ma non dirlo alla mamma”

“Va bene, allora mi aiuti? Ti prometto che dirò alla mamma di farti un bellissimo regalo”

“Ti aiuto, ma vedrai che lei dirà ‘il tuo regalo è un abbraccione della mamma’ con la vocina coccolosa”

Un’ora di strazio più tardi.

“Mami mami mami devi sentire come sono brava. Ho imparato le canzoni col flauto. Mia sorella è una maestra meravigliosa e mi ha aiutato tantissimo”

“Ah, ecco, mi era sembrato di aver sentito qualcosa. Dai, ascoltiamo”

“Sì però è stata davvero brava e paziente, mi ha dato il tempo, scritto le note e poi mi ha fatto vedere come mettere le dita sul flauto”

“Bene! Sono contenta di questa solidarietà tra sorelle”

“Beh, non credi che si meriti un premio pazienza?”

“Sì, hai ragione. Avrà un super abbraccione della mamma”

“Ehm…i tuoi super abbraccioni sono bellissimi ma…non so…pensavo…magari stasera la sua amica S. può fermarsi a dormire da noi, così lei sarà felice”

“Amore, ti ha aiutata a suonare il flauto, non ti ha donato un rene. Direi che baci e abbracci sono sufficienti”

“Ma mami…”

“No. Stasera non dorme qui nessuno”

“Ma non capisci? È un piano perfetto! La sua amica dorme nel mio letto, e io dormo con te! Bello, vero?”

“Amore, dormire con te è un esperienza ai confini della realtà. Ti giri e rigiri, rubi le coperte e al mattino mi sveglio sempre coi tuoi piedi sulla faccia. No, grazie”

“Ah si? L’hai voluto tu. E allora io suono. Musica, maestro!”

Ho usato per troppo tempo il ricatto come strumento educativo.

Ben mi sta.

Informazioni su BarbaraB.

Educatrice e mamma, preparatissima sulla teoria e un po' meno efficace nella pratica. Per tentativi ed errori vado avanti, con un carico di ironia come antidoto alle quotidiane fatiche educative.
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