“Mamma, ma io voglio la penna cancellabile blu!”
“Clara non importa. Te l’ho presa nera perchè tuo fratello usa quella così i ricambi sono uguali per tutti”
“Ma io non voglio scrivere col nero, ma col blu! Non voglio essere diversa da tutti i miei compagni di classe! Per piacere mamma”
“Il nero andrà benissimo, Clara”
La voce della bambina è una cantilena, coi toni striduli di chi sta per piangere.
Tira su col naso e guarda per terra.
Ha una testa piena di ricci e di pensieri.
Quante volte non sappiamo riconoscere i bisogni dei bambini.
Li chiamiamo capricci. Li chiamo, capricci.
Anche io spesso sento ma non ascolto, loro ma soprattutto me.
Perché c’è un solo modo per distinguere un capriccio da un bisogno, una lagna da una richiesta.
Bisogna ricordarsi di essere stati lì, in quel mondo bambino, e di essere stati piccoli a nostra volta .
E comunque non basta.
Va cercato il bambino che ci portiamo dentro. Va stanato, trovato, curato.
Gli va data voce, riconoscimento, ascolto.
Solo così possiamo curare i bambini che stanno fuori.
Oggi, nella giornata mondiale dei diritti dei bambini e delle bambine, una speranza.
Che ogni bambino e ogni bambina possano trovare ascolto.
Che ogni adulto trovi lo spazio per tutta la cura necessaria.
Anche passando da una penna blu.