Il caldo che ti accoglie all’arrivo ti fa per un attimo sospettare di essere atterrata a Sharm El Sheik.Ma vedi il cielo e le montagne tutte intorno e senti la libertà.
Poi sali in macchina e la perdi, intrappolata nel traffico di una città e delle sue rotonde che, come dice un suo abitante “nessuno ha ancora ben capito come funzionino”.
Compri le more i fichi da un ragazzino in autostrada, costeggi un lago che assomiglia al mare, ti fermi per far passare muli, pecore, cavalli, mucche e galline.
Ti stupisci di quanto siano grandi i pesci che vendono ai lati della strada, ti intristici al susseguirsi di monumenti funebri su quella stessa strada.
Percorri chilometri senza incontrare anima viva, e in un piccolo centro abitato conosci Ina, diciotto anni di vita in Italia e poi il ritorno in patria a gestire una sua attività, o Ervis che ha ristrutturato una vecchia casa trasformandola in un barocco bed and breakfast.
Ti godi il panorama perché tanto guida lui, l’uomo più organizzato che tu conosca, una bussola fatta persona.
E farsi guidare e accompagnare è un privilegio raro nel quale è bello crogiolarsi.
L’Albania ci ha accolto così, tra caldo e contrasti, ambivalenze e bellezza.
E sotto lo sguardo dell’aquila a due teste prosegue il nostro viaggio.