Salata come l’acqua del mare che ti entra nel naso al primo tuffo, come le patatine del pacchetto che sbriciolano l’asciugamano.
Tagliente come i frammenti di conchiglia sotto i piedi in riva al mare, come gli sguardi agli uomini che troppo indugiano a osservare la mezzana, undicenne prigioniera in un corpo da diciottenne, come in un incantesimo.
Calda come il sole che sembra avere più spazio in questo cielo dipinto d’azzurro, come il fuoco della lanterna lanciata in spiaggia col buio e tanti desideri.
Indolente come la sonnolenza del dopo pranzo, come il primogenito che ciondola tra le sdraio con le braccia giunte dietro la schiena, guardando i castelli di sabbia con l’occhio vispo dell’anziano di fronte a un cantiere, dolendosi dell’assenza dei suoi amici.
Leggera come la stoffa degli aquiloni venduti in spiaggia, una catena colorata e volante, come il risveglio su una giornata senza pensieri né impegni.
Dolce come il primo morso di anguria e lo sguardo della piccola all’ora della merenda.
Secca come la focaccia della spiaggia e la tosse della mezzana.
Durevole come la felicità e la volontà di mettersi a dieta a settembre.
Così, la vacanza al mare, anche quest’anno.