Il primo, profondo cambiamento è stato il numero di lavatrici settimanali.
A seguire la cifra finale sullo scontrino del supermercato, che così bassa non si era vista mai.
I piatti da lavare, i letti da rimboccare, gli spazzolini da sistemare.
Negli ultimi dieci giorni il numero degli umani di casa è stato pari a quello dei felini, forse per la prima volta.
Complice la lunga vacanza in campeggio dei figli grandi, la piccola e io ci siamo godute una gaudente luna di miele.
Passati i primi momenti di sconforto “sorella mia! Dove sei? Mi manchi” “e tuo fratello?” “Chi?”
la piccola ha compreso appieno i vantaggi derivanti dall’assenza dei suoi consanguinei e ne ha subito approfittato.
Dalla prima notte ha piantato le tende nel lettone con la stessa convinzione di Armstrong quando piantò la bandiera sulla luna.
Dopodiché ha iniziato con una lenta ma inesorabile regressione che nemmeno in ipnosi con le vite precedenti, abbandonando autonomie e rivendicando bisogni. Ha riattraversato la sfiancante fase dei perché mettendo a dura prova i miei nervi nonché la mia fedina penale. Si è coccolata senza freni e limiti, consapevole dell’unicità della situazione ma anche della sua precarietà.
Si è goduta pranzi e cene da assoluta protagonista, una gita tra le colline alla scoperta di un rifugio per ricci e ha sguazzato beata tra gli scivoli di un parco acquatico.
Ha guardato i suoi programmi preferiti senza che nessuno cambiasse canale e mangiato seduta al posto della sorella.
Sotto lo sguardo amorevole della sua mamma, che in questi giorni di pace ha capito finalmente una profonda verità: se il vasetto della Nutella è ancora intatto, non è la piccola che la ruba.
Attendiamo dunque il ritorno dei colpevoli.