PrologoLa scrittura è un’operazione di introspezione, condivisione, uno sguardo rivolto verso se stessi che si apre al mondo, una incessante rielaborazione dei propri e altrui vissuti, un dispositivo pedagogico a tutti gli effetti.
Si scrive per essere letti, riconosciuti, accettati.
Ma poi.
Accaduto
Al supermercato
“Piccola, mancano i pomodori, torniamo a prenderli”
“Perché mami? Siamo già qui belle comode ai surgelati, prendiamo le patatine fritte, eh?”
“Le patate non sono verdure. Forza, camminare”
“Uffa, che pizza. Però voglio i pomodori grandi, così li sbuccio”
“Piccola ti prego, mi fai paura quando sbucci i pomodori”
Una signora di mezza età che con passo circospetto si avvicina a noi.
Forse i pomodori grossi li vuole anche lei.
“Scusami, sei Barbara?”
“Ehm…sì”
“Oh che bello, ti leggo sempre! Ma davvero la piccola esiste sul serio? E io che credevo fosse…come si dice…finzione letteraria? È proprio lei? Ma che carinaaaa! Ma come, i pomodori, e io che credevo ti piacessero le lasagne!!”
Epilogo
“Mami, puoi scrivere che esisto sul serio?”