“Mother vado al cinema coi miei amici. Posso?””Certo, cosa andate a vedere?”
“Ma, non mi ricordo il titolo…c’è uno fortissimo che spacca delle cose…”
“Cosa sarà mai?”
“Boh”
Due ore dopo
“Bentornati primogenito e amici, come è stato il film?”
“B-E-L-L-I-S-S-I-M-O”
“Ah però, bene. Ma come si intitolava?”
“Baywatch”
“Amore, ti piace la tua foto che ho postato? Sei venuta proprio bene”
“Ehm…uh…certo, bellissima”
“Mi sembri vaga, che succede? Guardiamo insieme, è qualche giorno che non vedo il tuo profilo”
“…devo studiare…”
“Come? Cosa mi stai nascondendo? Tu non vuoi mai studiare!”
“Ma…questo è mio figlio? Su Facebook? Ma da quando? E non mi ha nemmeno detto niente! E non mi ha nemmeno chiesto l’amicizia!”
Un primogenito che millanta di andare a vedere l’incredibile Hulk e torna con lo sguardo estatico, naturale conseguenza dei costumi dell’erede di Pamela Anderson.
Che si iscrive a Facebook e lascia che sia Facebook stesso a presentarmelo come “persona che potresti conoscere”.
Bloccata su Instagram come una stalker qualunque dalla figlia di mezzo, che occulta aforismi e confidenze alla sua mamma condividendoli però col resto del mondo.
È vero che sul “sono tua madre, non una tua amica” ci ho costruito la mia filosofia educativa, ma qui si esagera.
Ti ho messo al mondo, una richiesta di amicizia come minimo me la merito.