Può essere solo in una domenica mattina di sole splendente che ti ricordi di dovere stampare un documento importantissimo e ti accorgi di avere finito la cartuccia del nero.Se poi è anche la festa cittadina e tutte le strade sono chiuse diventa proprio una bella avventura raggiungere il più vicino ipermercato.
Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare e così sfidi il traffico, le deviazioni e l’intero corpo dei vigili urbani fino ad arrivare all’enorme centro commerciale, parcheggiare su un albero e districarti tra i millemila modelli di cartuccia pensando che forse sarebbe più semplice e meno impegnativo comprare una stampante nuova.
Ma sei una donna in gamba, anche di una certa età e esperienza e quindi trovi la tua cartuccia, ti affretti a pagare alla cassa e torni a casa fiera della tua impresa.
Neanche il tempo di di provvedere al cambio e aspettare di vedere uscire il tuo indispensabile documento, che qualcosa va storto.
La malvagia stampante sputa beffarda solo fogli bianchi.
Maledici la tecnologia, le stampanti, le cartucce e i commessi di MediaWorld di tutto il nord Italia, finché un lampo di consapevolezza squarcia il buio della recriminazione: hai comprato la cartuccia del colore anziché quella del nero.
E allora invece che a prendere a testate lo schermo del pc prendi la macchina, ti ributti nel traffico, sui vigili e nel parcheggio, raggiungi la cartuccia -quella giusta- e trafelata arrivi alla cassa.
Non sono passati trenta minuti dall’acquisto precedente.
La commessa ti guarda, poi ti osserva meglio ed esclama
“Signora! Che sensazione di déjà vu! Ma lo sa che mi sembra di averla già vissuta, questa scena? Insomma io, lei, la cartuccia…l’ho sempre detto che in famiglia siamo un po’ sensitivi”
Cara commessa del MediaWorld, mi rammarica deluderla.
Ma non mi sembra il caso di scomodare il paranormale.
Siamo semplicemente di fronte a un normalissimo caso di storditaggine.