“Mamma io non ci sto! Mi ribello!”
“Piccola buongiorno anche a te, vedo che sei scesa dallo scuolabus col piede giusto oggi”
“Non è possibile, questa è una ingiustizia!”
“Vieni che attraversiamo. Mi dici cosa è successo e che ti ha fatto tanto arrabbiare?”
“La gita! La gita! Ti rendi conto che mio fratello -oh ciao piccolo gatto- domani va di nuovo in gita?”
“Aspetta che cerco le chiavi. Ecco. Amore, tuo fratello è in terza media, tu in terza elementare. È normale che si facciano cose diverse. E comunque vai anche tu a fare una bella gita alla fine del mese”
“Sì ma lui è sempre in giro! È un vagabondo! E poi è alle elementari che ci si dovrebbe divertire di più perché siamo piccoli, è un nostro diritto”
“Vai a lavarti le mani e i diritti che è pronto. È vero che lui fa più gite di te, ma deve anche studiare molto di più, ha gli esami quest’anno”
“Studiare? Ma se è sempre in camera a fare magie coi suoi amici? Io per domani devo studiare a memoria la filastrocca di inglese e poi vado pure a catechismo!”
“Il pranzo diventa freddo. A tavola, piccola polemica”
“Guarda! Persino il gatto va in giro più di me. Basta, vado in bagno”
Il piccolo felino alza pigramente la testa. L’idea di uscire non sembra passargli nemmeno per l’anticamera della collottola. Con un occhio aperto osserva la piccola ribelle che si dirige spedita verso il bagno.
D’altronde, prima di fare la rivoluzione bisogna fare la pipì.