È sera.
Sul divano, stretti stretti sotto una coperta rossa davanti a un famoso programma di cucina, fingendo di essere giudici dell’infuocata gara.
All’improvviso, uno strano miagolio. Il piccolo e pelosissimo gatto sbuca rapido e deciso davanti a noi e si ferma sull’incrocio delle piastrelle, fissandoci. Piega la testa di lato ed emette un secondo inquietante miagolio, come se dovesse oliare le corde vocali. Con un balzo da ghepardo salta sul divano, annusando con circospezione. Senza preavviso lancia l’ennesimo stridulo miagolio e si precipita cavalcioni sulla gamba del primogenito, intento a whattsappare col gruppo classe. Col pelo gonfio come i pon pon dei cappellini da sci il piccolo felino afferra fra i denti un lembo della coperta e prende a muoversi a ritmo incalzante. Di sottofondo dei borbottii.
“Mother, ma che fa? Ma è matto?”
“Ehm…dunque…non proprio matto, credo sia in calore”
“In calore? E allora? Matisse, spostati subito dalla mia gamba!”
“Meowwwww”
“Credo ti abbia preso per la sua fidanzata”
“Aaarghhhhh!!! Levamelo di dosso subito! È uno stupro! Che orrore!”
“Meowwwww!”
“Aspetta che mi morde…ecco…ahia gattaccio lasciami! Apri la porta, presto! Via, a cercarti una gatta, su”
“Meowwwww”
“Mother, che schifo. Il gatto ha cercato di abusare di me”
“Detta così è brutta. Diciamo che cercava solo un po’ d’affetto”
“Mother, non sei per niente spiritosa. Poteva almeno portarmi fuori a cena, prima”