Una cena con l’amica, che non vedi mai quanto vorresti ma far quadrare impegni e possibilità è più complicato del livello trentadue di tetris.
Al cinema, per vedere un film che con loro non potresti vedere mai. Con un’amica, o da sola, sprofondata nella poltroncina blu della sala buia, senza nessuno che ti chieda i pop corn jumbo o litighi per l’acqua.
Trattamento di bellezza. Una maschera sul viso intensa, idratante, nutriente e miracolosa con tempo di posa infinito che di solito tocca sciacquare dopo cinque minuti perché qualcuno suona il campanello cercando il mondano primogenito.
Un libro. Che sta sul comodino da troppo tempo a prendere polvere. Con le sue pagine appoggiate l’una sull’altra, a osservarmi ogni volta che spengo l’abat jour.
Una passeggiata in centro, senza una meta precisa, tra le vetrine illuminate e le serrande abbassate, guardando le persone intorno, avvezze a queste uscite serali più di te.
Una serata da sola, che si spalanca davanti sterminata come una prateria, misteriosa come il Chupacabra, tentatrice come il paradiso terrestre.
Rara come il passaggio di una cometa, l’eclissi solare totale, i pantaloni in saldo della tua taglia.
E tu, pregustandone le infinite possibilità, come davanti a una sontuosa e variegata scatola di cioccolatini, ti addormenti sfinita col gatto acciambellato ai tuoi piedi.