“Mami, ti ricordi di domani, vero?”
No. Ovviamente, no.
Realizzare all’improvviso dell’imminenza del carnevale. Rammentare vagamente di avere firmato l’avviso della maestra, che suggeriva di preparare con materiali di recupero un vestito a tema fiaba per la festa di classe. Domandarsi se possano considerarsi materiale di recupero i venti euro trovati nel portafoglio per acquistare un vestito da Moreno dove tutto costa meno. Scoprire che il vestito prescelto non è in vendita. Disperarsi e maledire questa festa pagana. Farsi coraggio e convincersi di potercela fare. Dipingere di nero un cerchietto, modellare e incollare due grosse corna di carta d’argento sentendosi tanto Art attak. Tagliare le gambe a un carissimo paio di collant riposanti quaranta denari e avvolgerle sulle suddette corna. Prendere quello che resta delle collant e realizzare un copricapo aderente che allo stesso tempo non soffochi la figliola. Ammirare il tuo lavoro e congratularsi con la capacità di recupero, la creatività e la fantasia. Procedere con la prova costume e scoprire che Malefica è un improbabile incrocio tra Eva Kant, un rapinatore e un Teletubbies. Dire alla piccola che è perfetta. Minacciare il fratello che in confronto le sette piaghe d’Egitto sono un tour benessere in una spa.
Ed è subito carnevale.