“Ciao bambini!”
“A dopo!”
“Buona scuola!”
“Oh, ecco, via lo scuolabus si può cominciare la giornata. Cioè a correre”
“Ma…non si smette mai di correre?”
“Eh no cara! Neanche quando vai in pensione come me. Ho lavorato quarant’anni, ho cresciuto due figli e ora sono nonna a tempo pieno. Da lunedì a venerdì, dallo scuolabus dell’andata a quello del ritorno”
“Sembra impegnativo”
“Non sembra, lo è. Io li adoro, per carità. Ma quando smetti di fare la madre -che poi in realtà non smetti proprio mai- cominci a far la nonna. All’inizio sei incantata da quelle meraviglie, i figli dei tuoi figli. E poi…sempre meraviglie rimangono, ma mangiano, vanno cambiati e litigano proprio come facevano i tuoi. La differenza è che non hai più le energie di quando eri giovane”
“Beh, insomma, io neanche adesso mi sento tutte queste energie francamente”
“E tu ne hai tre di figlioli, vero cara?”
“Sì, tre”
“E allora pensa a quanti nipoti potrebbero farti!”
Appena il tempo perché le parole di questa nonna occupata passino dalle mie orecchie all’inconscio, e mi sembra di star fuori dal mio corpo e guardare la scena dall’alto. Un’esperienza extracorporea insomma, uno stato di pace e benessere nel quale puoi solo osservare, librandoti in alto senza dover fare nulla. E se questo è il mio futuro, mi sa che nel corpo non ci rientro più.