“Ragazzi! Un po’ di attenzione che facciamo un bel gioco”
“Un bastimento carico carico? Le storie matte? Un giro di poker?”
“Poker? Piccola, ma che dici? Che compagnie frequenti? Comunque no. È un giochino che gira su Facebook. Io ci faccio una serie di domande e voi rispondete, capito?”
“Un’intervista?”
“Un interrogatorio”
“Una noia,mother”
“Oh, bravi, che entusiasmo. Cominciamo: qual è la cosa che dico sempre?”
“Pronto”
“In che senso scusa?”
“Dici pronto quando rispondi al telefono, no? Ce l’hai sempre in mano, poi però ti lamenti che io lo uso troppo e…”
“Va beve va bene basta così. Passiamo alla prossima. Cosa mi rende felice?”
“Io lo so! Io lo so! Quando ci sono le offerte speciali al supermercato”
“Ma come? Non vi viene in mente altro? Che mestizia”
“Anche quando non abbiamo compiti il sabato e la domenica e si può dormire la mattina”
“Andiamo avanti che è meglio. Quanto sono alta?”
“Ahahahaahahahahah! Alta?? Ahahahaha”
“Passiamo oltre. Quanti anni ho?”
“Quarantatré”
“No, sono quarantadue”
“Mamma, tra poco è il tuo compleanno. Tanto vale che cominci ad abituarti. Lo sai che la mamma di Sibilla ha compiuto trentadue anni? Che fortuna una mamma giovane…”
“Basta così. La mamma di Sibilla va in giro vestita come la figlia undicenne, solo con vestiti di cinque taglie più grandi. Sai che meraviglia. Ultima domanda, concentrati. Cosa mi piace tanto fare?”
“Questa è facile. Lavare, stirare e spolverare”
“Cosa??!!??”
“Ahahahah ci sei cascata. Ti piace scrivere, di noi”
Una quarantaquattrenne bassa con una dipendenza da cellulare, che va in estasi davanti alle offerte speciali all’ipermercato, ecco l’idea che di me hanno i miei figli. Forse era meglio giocare a poker.