“MammaMammaMammaMammaMammaMammaMammaMammaMamma”
“Che succede? Non basta chiamarmi una volta? Cielo che ansia”
“Meglio essere certi, magari non senti”
“Ma che c’è? Puoi venire di qui a dirmelo invece che urlare da una stanza all’altra? E poi come fate? Ho un sensore attaccato al libro? Al divano? Al sedere, che mi chiamate ogni volta che provo a sedermi??”
“È che ho sentito il gatto miagolare, forse vuole entrare”
“E non puoi aprirgli tu che sei più vicina?”
“Mami, sto giocando alle Barbie”
“Miaoooo, miaoooo”
“Mamma apri al gatto! Sto facendo un video e se continua a miagolare mi disturba l’audio”
“Senti un po’, cara la mia Spielberg. Alzati e vai. Il gatto è anche tuo, se non erro”
“Miaooo! Miaoooooo! Miaaaooooo!!”
“E vostro fratello dove diavolo è finito??”
“Miiiiaaaaaaoooooo”
“Basta, non ne posso più, povera bestia. Gli apro io, come al solito. Ma? E tu coi tuoi amici cosa caspita fate qui fuori in terrazza?”
“Ah, ciao mother. Facciamo i trucchi di magia, no? Il divano è occupato e allora stiamo qui. Vuoi vedere un trucco?”
“Ma scusa, avevi qui di fianco il gatto che è diventato afono a furia di miagolare, non potevi aprirgli la porta?”
“No. Avevo le mani occupate con le carte. Ma questo trucco nuovissimo lo vuoi vedere o no?”
Chiudo la porta e ritorno in casa, sconfitta. E intanto il gatto si è preso il mio posto sul divano.