Sospiro
“Piccola, sei tu?”
Altro sospiro
“Piccola, tutto bene?”
Sospirone
“Amore, che succede?”
Tira su col naso
“Oggi è stato l’ultimo giorno”
“Veramente è stato il secondo, di scuola”
Singhiozzo
“Sì, ma l’ultimo della maestra S. Adesso deve andare a fare il bambino quindi non torna”
“Oh tesoro mi dispiace, davvero. So quanto bene vuoi alla maestra”
Singulti
“Più che bene. Siamo nate lo stesso giorno, abbiamo paura tutte e due dei cani e la sua bambina è un po’ monella come me”
“Vero, avete tante cose in comune. Quando ritornerà le riprenderete tutte, vedrai. E puoi continuare a volerle bene anche quando non c’è”
Soffiata di naso
“Parli così perché non hai passato il pomeriggio divisa in seconda b perché non c’era la supplente. E se non arriva una nuova maestra?”
“Deve arrivare per forza”
“E se ne arriva una nuova e io non le piaccio?”
“Piccola, è impossibile non amarti”
Sorriso
“Certo, lo dici perché sei la mia mamma. Lo prevede il contratto”
Mi sa che vado a rileggermi righe piccole, clausole e postille. Non si sa mai.
Bellissimo.. Quanta dolcezza e sentimento. ..♡
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Grazie Gisella. La piccola è fonte di ispirazione perpetua 😉
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Spesso minimizziamo i loro sentimenti. Anche i miei provano venerazione per alcune maestre…
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Quanto è vero. Che poi spesso le loro emozioni non coincidono con le nostre, e magari adorano quella maestra o quell’allenatore che a noi non stanno neanche tanto simpatici…ma fortunatamente i bambini hanno il loro personalissimo metro di valutazione, che spesso è più preciso del nostro
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