“Tu sei lei…tu sei lei…fra così tanta gente…”
“Mother, ti prego, che roba è. Cambiamo sta lagna, va”
“A parte che lagna al sommo Ligabue, mito indiscusso della mia adolescenza e gioventù, sogno proibito dei miei anni migliori, così tanto amato da farmi soprassedere pure su quello stile un po’ tamarro, non lo dici”
“Ma è una lagna! Non è per niente divertente”
“Eh già. Ha parlato il giovane Beethoven. Che quando va bene ci rallegra con andiamo a comandare e cialtronate del genere”
“E allora? Almeno non è melenso. Senti, senti qua che dice! Se l’universo intero ci ha fatto incontrare qualcosa vorrà dire. Ho la nausea”
“Va bene, non prenderà il nobel per la letteratura ma è una canzone d’amore. Di lui riconosce lei come la donna della sua vita”
“Lo dice anche Rovazzi”
“Non proprio. Sai qual è il problema? Che non ti sei mai innamorato! Ecco perché sei così acido. Ma quando succederà lo capiremo perché comincerai anche tu a ascoltare canzoni melense”
“Piuttosto morto”
“Esagerato. Canta con me, su!”
“Posso scendere?”
I gusti musicali in famiglia divergono ancora parecchio, ma ho pazienza e confido nell’arrivo della primavera.