“Guarda mami il mio ginocchio, qui di lato. Ti ricordi quando mi sono fatta male e ho pianto come una pazza? È rimasta la ciccatrice”
“E come dimenticarsene? Se lo ricordano pure i vicini dalle urla che hai lanciato. Eri piccola. Comunque si dice cicatrice, con una c sola”
“Davvero? Sei sicura sicura?”
“Certissima”
“Peccato. Io preferirei si chiamasse ciccatrice”
“E perché mai piccola?”
“Beh pensaci mami. Ti fai male. Hai paura. Piangi e vuoi la mamma. Le cicche sono colorate, profumate, sanno di buono. Le mastichi per tanto e sai di buono anche tu. Puoi fare i palloni giganti che ti scoppiano sulla faccia e così ti metti a ridere perché rimane sulla punta del naso. Quindi sarebbe bello che a riparare una ferita ci fosse una ciccatrice”
“Ma sai che c’è? Che hai ragione tu, piccola”
E allora un Buon Natale a tutti, con l’augurio di avere sempre in tasca una ciccatrice per le sbucciature che ogni tanto capitano sul cammino.