“Lo devi tenere acceso! Quante volte te lo devo dire, santa pazienza!”
“Ma lo dovevo spegnere per forza, non potevo…”
“Sono scuse. E ce n’è sempre una diversa”
“Ma non ci ho pensato..”
“E certo, non ci hai pensato. Io intanto a casa a preoccuparmi. Perché io mi preoccupo, sai? Ho delle responsabilità”
“Ma forse era scarico…”
“Non mi sembra di chiedere molto. Devi solo ricordarti di metterlo in carica di notte. A me non pare tanto difficile, ce la puoi fare pure tu”
“Ma io non voglio avere anche questo pensiero…”
“E ce lo devi avere, porca miseria, mamma!”
La signora china la testa di corti capelli bianchi e si stringe al petto la borsetta, dove probabilmente giace il cellulare spento. Il figlio le cammina accanto con l’aria sfrontata e la faccia scocciata, in un pomeriggio freddo e nebbioso.
Io sono contro le sculacciate, le mani alzate, la violenza in ogni sua forma, che nulla a che vedere con una sana educazione. Ma forse non è mai troppo tardi per due sberle.