In attesa di un’amica, sul marciapiede, accanto a una classe di scuola materna. Le maestre cercano di creare una ordinata fila per due, operazione semplice come tenere i capelli in uno chignon perfetto: i ciuffi scappano da tutte le parti. Sul cominciare della fila ci sono loro, una femmina e un maschio. lei tiene stretta la mano di lui, avvolta in un guanto di supereroi. Le giacchette imbottite li fanno più grandi di quel che sono. Giocano a fare il fumo col fiato caldo e l’aria freddissima di una mattina di dicembre.
“Pietro, oggi vieni a casa mia?”
“No. Vado Tommaso a giocare che suo fratello va alle medie e ci fa usare la paistascion”
“La mia mamma ha comprato il succo di ace e fa la torta di cioccolato più buona del mondo e io l’ho preparata insieme a lei. Vieni a fare merenda?”
“No. Vado al macdonald che il fratello di Tommaso ci compra le patatine grandissime”
“Sai che ho un micetto piccolo bellissimissimo e tenerissimo? Vuoi vederlo?”
“No. Il fratello di Tommaso ha un cane grandissimo che fa delle cacche enormi”
“Pietro! La maestra ha detto che dobbiamo stare per mano! Che fai?”
“Mi gratta la testa. La mamma dice che forse ho i pidocchi”
Una nuvoletta di fiato bianco davanti alla bocca della bambina. Il primo sospiro di rassegnazione.