In salita

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I bambini amano le porte aperte, gli adolescenti quelle chiuse. I bambini si fanno abbracciare, strapazzare, sbaciucchiare. Ti consegnano corpo e anima insieme, senza distinzione alcuna dal tuo. Gli adolescenti si spostano se il corridoio dove ti incrociano è troppo stretto, fosse mai che ci si dovesse sfiorare. I bambini parlano, raccontano, spiegano, descrivono episodi della loro vita e quella degli altri, in un flusso totale di parole impossibile da arginare. Degli adolescenti ti dimentichi anche il tono di voce, a meno che non capiti di ascoltare una telefonata con gli amici.
I bambini sono per la condivisione di cose e momenti, gli adolescenti per la divisione. Dei beni.
Tra un fanciullo e un adolescente, tra un bimbo rotondo e un ragazzo spigoloso si estende quella terra di mezzo chiamata preadolescenza. Una camera di decompressione che però comprime, una porta con scritto tirare che ti ostini a spingere, un’acqua tiepida che non ti scalda né ti rinfresca. Certo, mica deve essere facile avere il copriletto di Topolino e pensare alla scuola superiore, il pigiama delle Winx in un corpo da giovane donna, la voglia di uscire con la paura del buio. Io vado in confusione per molto meno. Non è semplice abbracciare la mamma senza farsi vedere, stare connessi senza perdersi, ché la navigazione oggi è nella rete ma non in mare. La preadolescenza prelude a qualcosa di altrettanto complicato, la sorella adolescenza. È un po’ come fare una lunga gradinata prima di una salita faticosa. Non ti allena, ti strema. Io, che ho il privilegio (!) di  osservare una preadolescenza piena al maschile e una nascente al femminile non posso che rassegnarmi. E magari allenarmi, che la cima della montagna è ancora molto lontana.

Informazioni su BarbaraB.

Educatrice e mamma, preparatissima sulla teoria e un po' meno efficace nella pratica. Per tentativi ed errori vado avanti, con un carico di ironia come antidoto alle quotidiane fatiche educative.
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