“Mamma, che bello, sei tornata!”
“Sorella mia, nostra madre è arrivata!”
“Abbracciatemi, su!”
“È stato un inferno senza di te. Ci sei mancata moltissimo. Perché ci hai affidato alle cure di quel disgraziato di nostro fratello? A lui non importa niente di noi!”
“È vero! Pensava solo ai suoi amici e al cellulare. E fumava, per di più in casa! Quanto abbiamo sofferto..”
“Non ci lasciava nemmeno mangiare, l’aguzzino”
“E si teneva tutte le merendine per sé”
“Ma tu non ci lascerai mai più, vero? Resti con noi per sempre”
“No bambine, riparto subito. Mi hanno offerto un lavoro in Africa. Vi scriverò spesso. Vostro fratello si occuperà di voi. Gli dirò di non fumare per casa”
La piccola gioca con le Barbie. Inventa, scrive e sceneggia personalmente tutti i dialoghi. Le bambole sono nude, ad eccezione della mamma che indossa un cappello da cowboy. Il maschio è interpretato da una Barbie alla quale sono stati tagliati i capelli a spazzola. È una fase evolutiva, ne sono consapevole. Ma la consapevolezza non basta a scacciare l’inquietudine.