Otto come le meraviglie se ci fossi anche tu, otto per otto come asino cotto, otto che si legge al contrario ed è sempre uguale, otto come le zampe di Sleipnir, il magico cavallo di Odino.
Otto come la tabellina dove inciampi di più, come l’infinito, come i petali del loto, come le punte della rosa dei venti.
Tu che porti un nome da principessa ma ti immagino salire su un cavallo senza aspettare il principe.
Tu che nuoti nel mare dei grandi galleggiando con la paperella dei piccoli. Che guardi i Simpson da quando avevi cinque anni, sai cos’è una radice quadrata e cosa significa metafora.
Tu che mi guardi con quegli occhi di miele carichi di una fiducia che fatico a meritarmi, a te che ho tagliato il cordone troppo presto e adesso potessi lo userei come un lazo per riacciuffarti mentre diventi grande, che sei e sarai sempre la piccola di casa.
Tu che hai dovuto urlare forte per sovrastare le voci degli altri, e ho dovuto educarti al sussurro. Tu che mi hai travolta e stranita, quando ormai ero convinta di saper fare la mamma, tu che invece di crescere sbocci, in una meravigliosa e perenne primavera. Tu che hai trovato solo un terzo di mamma e hai combattuto con le unghie e coi denti per averne una intera.
Tu che sei buona come il profumo del pane, medaglia e faccia di bronzo, bella come una sera di stelle.
La mia bimba in rima baciata, il mio folletto misterioso e capriccioso, il mio senso e il mio perché, la mia gioia e meraviglia.
Auguri amore mio, che il giorno giusto è finalmente arrivato.
E allora metteremo otto candeline su una teglia di lasagne, sarai per ventiquattro ore la più importante di tutti, e finalmente ti canteremo in coro “tanti auguri a te”!
La tua mamma