Quando alcuni giorni fa me lo aveva domandato, ho faticato a crederci. Non mi sembrava vero. Lui, il preadolescente spigoloso e pungente, ha abbassato i suoi aculei da riccio per chiedere alla sua mamma di portarlo a fare shopping. La parola gli è uscita dalla bocca un po’ di traverso, con una punta di disgusto e una certa dose di fatica. Lui, che abiterebbe in un bosco -con una buona connessione wi fi- che immagina il centro commerciale come luogo di perdizione, che vivrebbe con la divisa dei Lakers addosso, ha abbassato le armi e dichiarato una tregua. E’ salito in macchina davanti solo, senza sorelle, si è allacciato la cintura e col tono fermo del soldato che va alla guerra ha dichiarato “andiamo”. E così siamo andati, mettendo fine all’epoca in cui è la mamma a scegliere e acquistare vestiti e scarpe secondo il proprio gusto personale. Abbiamo visitato più negozi di quanti fossero necessari, osservato e valutato felpe e magliette, scoperto di avere i gusti simili quanto un gatto e un topo. Io alla ricerca di colori e leggerezza, lui saldamente ancorato ad un’unica certezza: il nero totale. Lui, già pallido di suo, forse per non rischiare di abbinare i colori sbagliati ha deciso di evitarli del tutto ed è tornato a casa con un look total black, dalla testa ai piedi. Lieto e soddisfatto di avere assunto le sembianze di un vampiro, il figlio primogenito si è finalmente rilassato concedendo alla sua mamma di sbirciare dentro quel mondo sconosciuto, misterioso e lontano che è la preadolescenza. Fatto di amici, amiche, scuola, professori lontani e compagni ribelli, tanta pallacanestro e teorie sul mondo. Di uno sguardo che sembra superficiale e invece è critico e attento, profondo e sensibile, adulto con lo stupore di un bambino. Di un’ironia pungente e pertinente, di una simpatia che a casa tiene ben nascosta e al sicuro. Ciliegina sulla torta, un bel giro in una grande libreria, dove abbiamo osservato e sfogliato tanti libri diversi, scegliendo alla fine la biografia di un famoso e altissimo giocatore di pallacanestro.
Di ritorno a casa con le sorelle il giovane riccio ha rialzato gli aculei, ma pazienza. Per questa volta ho sbirciato abbastanza.
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