“Hai visto quante facce appese sui muri?”
“Si. Sai chi è quello col maglioncino blu?”
“Certo che lo so, è il sindaco. Ogni tanto viene a scuola. E’ bellissimo perché andiamo tutti in palestra ad ascoltarlo e saltiamo matematica”
“E perché sta sui manifesti? Canta? E’ famoso come Ariana Grande?”
“Non so ma non penso. La mamma ha detto che tra poco bisogna votare per dire chi si vuole come nuovo sindaco, allora le persone mettono la loro faccia sui manifesti”
“E vince il più bello?”
“Ma no, che dici? Mettono la faccia perché così le persone sanno chi sono, a parte il sindaco che lo sappiamo già che faccia ha. Poi fanno le riunioni e dicono cosa vogliono fare per la loro città. Se ti piace quello che dicono li voti, uno vince e diventa sindaco. La mamma ha detto che vota chi le toglie il senso unico fuori di casa, ma forse scherzava”
“Capisco. E tu chi voti?”
“La mamma ha detto che i bambini non possono votare e devo aspettare di avere diciotto anni”
“Eh già, i grandi non ci fanno fare mai niente”
La campagna elettorale è nel pieno del suo svolgimento. Anche nella mia macchina. E non escludo che, tra una ventina d’anni, le due bambine di sette anni sedute dietro saranno sui manifesti in tutto il paese.