“E poi lui ha alzato la mano per intervenire e la maestra l’ha sgridato! Ti rendi conto? Ma lui non l’aveva interrotta, perché lei aveva smesso di parlare, capisci? Tu dici sempre che la comunicazione ha le sue regole, e si deve parlare quando l’altro finisce di dire quello che vuole. Come quando siamo a tavola la sera”
“Lo sai che l’Everest è chiamato anche tetto del mondo? Perché è altissimo!”
“Quando arriva la bistecca? Ho una fame..”
“Nell’ultima puntata poi si baciano e restano insieme per sempre”
“All’allenamento ieri ho tirato la palla fortissima oltre la rete e ho fatto un punto”
“Oggi la maestra mi ha detto che sono stata bravissima. L’ha detto davanti a tutti! Che felicità”
“Buone queste patatine, mi mancavano”
“I fratelli sono ancora a scuola, vero?”
È stata seduta composta nel romantico tavolo da due che ci era stato assegnato. Ha fatto i complimenti allo chef per la cottura della carne e la croccantezza delle patatine fritte, concesse in via del tutto eccezionale (e speriamo che il pediatra non legga questo post). Ha cercato di ordinare una porzione di tiramisù a un ignaro cameriere. Ha voluto immortalare il momento con una serie di selfie accanto alla mamma, tra sorrisi buffi ed effusioni da innamorati.
E in effetti il momento era davvero da ricordare, fatto di attimi tanto rari quanto preziosi. Lei, che è arrivata per ultima e che spesso per ultima è lasciata, ha goduto ogni istante di questo tempo rubato e ritagliato tra i mille consueti impegni. Ha raccontato aneddoti, espresso opinioni, mostrato interessi inaspettati. Ha riempito lo spazio di parole e la bocca di patatine, spesso nello stesso momento.
Ma quale occasione più ghiotta che fare la figlia unica davanti alla tavola imbandita di un ristorante, in una giornata normale per noi trasformata in giorno di festa.