E poi ci sono quelli che ti chiedono l’amicizia su Facebook. Tu non li conosci, ma avete settantaquattro amici in comune e allora dai una sbirciata al profilo per capirne qualcosa in più. In quest’ultimo periodo il panorama delle richieste che giungono a me è il seguente:
⁃ uomini, virtuosi padri di famiglia, che alternano frasi di madre Teresa a condivisioni di bambini malati, tenere foto dei propri figli piccoli e immagini di avvenenti signorine poco vestite e in pose sinuose con la scritta “nel presepe non dimenticare la pecora”
⁃ uomini e donne la cui immagine di profilo è un tenero cucciolo e condividono SOLO fotografie di animali torturati, abbandonati, investiti o cucinati al ristorante giapponese. Ora, io anche amo molto gli animali, ma non credo li amerò di più scorrendo ogni mattino queste immagini truci;
⁃ persone che condividono solo bufale “avvistato clown romeno che ruba i bambini fuori da scuola”,” fate attenzione abitanti della via: c’è una fiesta grigia sospetta parcheggiata all’angolo da ben dieci minuti”, “la scienza lo ha finalmente dimostrato: chi ha un brutto carattere/è disordinato/è ritardatario cronico/picchia i bambini è più intelligente della media”;
⁃ signorine affascinanti, procaci e tendenzialmente poco coperte che sono -giustamente- orgogliose di sfoggiare le loro curve con la collezione completa autunno/inverno di lingerie di pizzo, meglio se nera e con qualche borchia qua e là. Ma, forse per par condicio, è arrivata anche la richiesta del signor Priapo, del quale vi lascio immaginare la foto profilo.
Spesso invece sembrano persone tranquille e perbene, tra una foto che ritrae la festa per i novant’anni della nonna o i lavoretti di Natale fatti a mano dai figli all’asilo. Salvo scatenarsi cinque minuti dopo il tuo “conferma” con la gara del selfie più assurdo. Uomini sdraiati sulla spiaggia di Gatteo a Mare con i muscoli e la pancetta dolcemente lambiti dalle onde o attaccati agli scogli con lo slippino bianco come una modella sul calendario Pirelli. Il premio miglior foto, però, va indubbiamente al gentil signore che mi ha inviato l’istantanea del suo -credo- piede destro, in tutto il suo splendore. Forse cercava consigli per una perfetta pedicure, chissà.
Quindi, ora è da capire se la mia potente calamita di matti funzioni anche qui, in questo oceano virtuale, o se sia stata solo particolarmente sfortunata.