
La maglietta quest’anno è arancione, con le scritte colorate.
I calzoncini corti e le immancabili Nike bianche ai piedi. I lunghi capelli scuri avvolti a cipolla sulla sommità della testa, che ondeggia a ritmo della musica nelle orecchie.
La bici vecchia, che viene riesumata di anno in anno solo in questo periodo.
Il megafono alla bocca, un bambino per mano, il controllo degli ingressi la mattina.
L’aiuto nei compiti il martedì e il giovedì mattina, figlio di un bizzarro karma verso una ragazzina che se le inventava tutte, pur di non farli.
Il richiamo alle regole, abbassa la voce, partecipa anche tu al gioco, vieni qui che non ti sei fatto niente.
Sembra quasi che parli alla se stessa seienne, piu che a una cinquantina di altri bambini e bambine.
I balli di gruppo, gli avvisi dal palco, il piatto portato in tavola un bambino alla volta.
La nomina a presentatrice ufficiale della serata finale, ché anche all’oratorio si può fare carriera.
La osservo di nascosto dal cancello ancora chiuso poco prima dell’uscita.
La mezzana animatrice per me è visione e ammirazione.
Come bimba ha preso attenzioni e cura, come giovane donna le restituisce con una gratuità ed entusiasmo che mi scaldano il cuore.
Inspira e prendi, espira e restituisci.
È il respiro giusto, ragazza mia.