
Una figlia promossa a giugno, nonostante l’impegno nello studio che i professionisti descriverebbero come discontinuo, io ad minchiam, altrimenti detto “quando c’ho voglia apro un libro”
L’otto in condotta, comunque, non ce l’ha levato nessuno.
Gli scritti di terza media, italiano e matematica.
Alla domanda “come è andata” la risposta è un sorridente “andrà tutto bene, mamma” accompagnata da una compassionevole pacca sulla spalla.
Oggi ha studiato dalle quindici e cinquantacinque alle sedici e venti, poi è arrivata da me asciugando il sudore dalla fronte. “Esco, proprio non ce la faccio più”
La maturità che non è ancora iniziata a funesta le nostre esistenze: l’ansia si è stabilita a casa nostra e pare abbia prenotato fin dopo l’orale.
Il primogenito s’è incatenato alla sedia della scrivania, come Ulisse all’albero maestro, per non ascoltare il canto di richiamo del campetto di basket.
Riversa sulla sottoscritta tutto il suo male di vivere e l’ingiustizia di un’estate cominciata per tutti tranne che per lui.
Gli ho fatto sommessamente notare che la mia estate comincerà forse a settembre, ma non sembra avere colto, preso com’è dalla sua sofferenza.
Un genitore solo con tre figli adolescenti dovrebbe essere dichiarato illegale.