
Sei arrivato precipitosamente, ma non è diventata una tua caratteristica.
Eri in anticipo, ti aspettavo qualche settimana più tardi, ma quel venticinque ottobre è diventato presto il mio giorno preferito.
Sei arrivato e mi hai messo via, come diresti tu.
Sei diventato il centro di un mondo che mi sembrava più bello, più luminoso, con un senso che finalmente si era svelato anche a me.
Sei diventato grande mentre accadevano tante cose, così grande che adesso la tua testa supera la mia ed è il tuo lo sguardo che si deve abbassare per incontrare il mio.
Tu, polemico fin nel midollo, lapidario su ciò che è bianco e nero, perpetuamente molesto con la sorella più piccola.
Tu, che abiti questo squinternato universo femminile con pazienza e qualche momento di sconforto. Che forse per equilibrare popoli la tua vita di amici, sport, esperienze.
Tu che mi illumini con quell’ironia che è anche un po’ la mia, che hai gli occhi verdi e non si sa perché, che non ti rendi ancora conto pienamente dei tuoi talenti e capacità.
Io sì però, perché mantengo il vantaggio da mamma di vedere un po’ più in là.
E, tolta la vis polemica -ma tornerà utile anche quella- vedo la bozza di un uomo di cui essere fieri.
Oggi è arrivata la maggiore età, per te e anche un po’ per me.
Il venticinque ottobre resta uno dei miei tre giorni preferiti.
Essere la tua mamma è una fortuna, un onore e a volte anche un grande divertimento.
Buon compleanno, Jacopo.
Benvenuti, diciotto.
La tua Blo