
Diario di bordo del capitano Kirk
Data stellare ventinove giugno duemilaventuno.
Napoli
Ci siamo affidati ai cinquantadue santi della città, San Gennaro in primis.
Abbiamo affrontato i trentotto gradi del centro storico con la stoicità del martirio, tanto per stare in tema.
Davanti alla facciata di una delle quattrocento trentotto chiese, ci hanno raccontato che nelle mattonelle sono nascosti strani simboli, che si sono rivelati essere un vero e proprio spartito.
Suonato, dà vita a una musica.
La guida ci ha poi spiegato che in alcuni quartieri le donne escono ad accompagnare i figli in pigiama e mollettone sulla testa, affermazione che mi ha definitivamente consacrato partenopea.
Con trepidazione e sudori -non freddi, sempre trentotto gradi ci stavano, come dicono qui-ci siamo avvicinati alla pizzeria consentita dalla dittatoriale compagnia di crociera.
E qui, finalmente, la piccola ha potuto gustare l’originale pizza napoletana.
Tutto è bene ciò che finisce bene, perché la guida ha corso il serio rischio di trovare il suo cranio appeso fuori da una delle famose quattrocento trentotto chiese.
Giustizia è fatta!… E la Guida è salva.
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