Diario di bordo del capitano Kirk
data stellare ventotto giugno duemilaventuno
Roma
Era più di un anno che aspettavamo questa vacanza. giunta come dono di natale un anno e mezzo fa, bloccata dalla pandemia, rimandata per il vaccino.
qualcuno, in famiglia, attendeva solo una cosa, motore e movente per imbarcarsi in questa avventura: mangiare la migliore carbonara della città eterna.
Trentotto gradi ma percepiti cinquantadue, tre figli ma percepiti quattordici, ci siamo avventurati per le vie della capitale seguendo una zelante e preparata guida.
in epoca covid qualunque destinazione autonoma è preclusa, ci si può muovere solo in gruppo.
ed ecco quindi il nostro variegato gruppo arrivare al tanto sospirato ristorante tipico, dove la piccola ha preso le sembianze di un mussulmano alla Mecca, un cristiano alla grotta di Lourdes, un bambino davanti al camino la notte di natale.
Fino al momento della ferale notizia. non abbiamo uova, niente carbonara.
nel corso degli anni ho consolato la piccola per le ginocchia sbucciate, le litigate con gli amici, il podio mancato, malinconie e male di vivere di vario genere.
ma oggi sarebbe servito un crocefisso e il paletto di frassino per uscirne vivi.
nulla ha potuto la amatriciana, il secondo con contorno e dolce tipico.
vendetta è stata giurata.
fossi nel ristoratore, avrei meno paura di una visita a sorpresa della guardia di finanza.
E nessun supermercato per comprarne un paio?!
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Sarebbe stata una buona idea 🤦🏻♀️
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Questa sì che è sfortuna!
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