
Il piccolo gatto, che passa la vita in una placida alternanza tra il divano rosso e la ciotola della pappa, si improvvisa giustiziere della notte ingaggiando una lotta furibonda con un micio straniero.
Rimedia un occhio graffiato, una visita dalla dolce veterinaria coi capelli rossi, una puntura di antibiotico.
Si vendica facendo pipì sul trasportino che alla prima curva inonda il sedile e i miei pantaloni.
Arrivano gli acquisti compulsivi fatti pochi giorni fa. Dopo avere provato con gran disinvoltura la mutanda guaina che tutto contiene e tutto può, in pendant col reggiseno dei miracoli, ti accorgi con sgomento che l’abbinata produce un rotolino intorno alla vita che ricorda le curve dell’omino Michelin.
In un momento di altissima ispirazione pedagogica, di quelli che senti la pacca sulla spalla di Maria Montessori e Rosseau che fa il tifo a bordo campo, ho infilato in un sacco nero tutti i vestiti che stazionavano da giorni sul pavimento della stanza delle ragazze.
Con una plateale sceneggiata, ho portato tutto nel baule della macchina. È lì, per l’appunto, li ho dimenticati per un mese. Non so se li tirerò mai fuori.
Nel complesso, tutto bene.
E le figlie nn dicono nulla?? Nn reclamano, nn chiedono quanto costa il riscatto?
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Non osano. Ma le ho viste aggirarsi furtive nei pressi del baule 😅
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Ah ma allora non si sono arrese! Mi stavo preoccupando. Pericolo scampato 😅
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Una trama che fa sorridere (dall’esterno!), ed attendere con il fiato sospeso eventuali ed interessanti colpi di scena futuri, non c’è che dire! 😉
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