
Tutti a scuola questa settimana, ognuno al proprio banco, fuori di casa.
Hai già pronta una lista di trasgressioni che giace nel cassetto da mesi, tra cui lavorare in cucina senza che nessuno chiami, urli, abbia bisogno.
Usare un tono di voce normale, non il sussurro del detenuto che cerca di evadere, per non disturbare la lezione di diritto o il test di motoria.
Trovare il bagno libero.
Cose semplici, ma alla lunga, nella vita di una madre in smart working provata dalla didattica a distanza, determinanti.
E invece.
Mamma, io devo essere in stazione alle sette.
Blo, io entro alle dieci.
Mami, mi vieni a prendere alle due che la cartella pesa?
Oh ma guarda, c’è sciopero dei treni, dei pullman, probabilmente vanno solo i traghetti che a noi non servono.
Corri da una parte all’altra della provincia rimpiangendo di non averli mandati a lavorare dopo la terza media, fai benzina ché a furia di dieci euro alla volta non arrivi da nessuna parte. Ti fermi all’esselunga, già che ci passi davanti.
Corri a casa, in fondo hai ancora un lavoro.
È già mezzogiorno, è ora di tornare a prenderli a scuola, ricomincia il giro.
Cerco un sindacalista bravo, che mi sostenga in questa battaglia.
Basta fare la madre tutti i giorni. Voglio scioperare anche io.