Il primogenito è al campetto, tra un tiro da tre e un giro al McDonald per la merenda.
La mezzana è in piazza, col mascara sulle ciglia e il cellulare in mano, che passeggia senza meta con le sue amiche.
La piccola è al pratone con la sua amica del cuore, che si fermerà a cena con noi perché è meglio stare in compagnia quando non si è tanto tranquilli.
Io vasocuocio come se la carestia fosse alle porte, guardo la scopa stare in piedi e mi dispiaccio sia una notizia falsa perché il primogenito e io ci siamo molto divertiti a guardarla così, dritta in mezzo alla stanza.
Mi sono data delle regole per sopravvivere a questo periodo che non è vacanza ma nemmeno lavoro, che mi lascia dormire di più la mattina anche se poi sopporto i tre fanciulli tutto il giorno.
Ho deciso di non avere paura ma di essere prudente, di non acquistare grandi scorte al supermercato ma non prendere in giro chi lo fa, di non mettere la mascherina ma di rispettare chi la indossa, perché avrà le sue ragioni e io non le conosco.
Ho deciso di mettere in ordine l’armadio e anche qualche pensiero, di leggere un libro che prendeva polvere da troppo tempo sul mio comodino.
Ho deciso di aspettare la primavera.