Non è vacanza e non è malattia, però non vai al cinema, niente sport, la scuola è chiusa.
Il primogenito ha istituito la settimana nazionale del campetto, perché toglietemi tutto ma non il mio pallone da basket. Lui e i suoi amici pascolano sereni in calzoncini corti correndo tra i due canestri, in attesa che si possa ricominciare con gli allenamenti.
La mezzana ospita amiche a casa sua, sopravvive a serie Netflix e pop corn, per lei la scuola finisce qui.
La piccola gioca in cortile e al pratone, ogni tanto sequestra il computer per guardare i video delle migliori dieci carbonare al mondo. La dieta è una brutta bestia.
Io lavoro un po’ meno perché ci sono cose che non è permesso fare, vado al supermercato per le scorte e mi sento sciocca ma la paura fa scherzi strani, ti costringe ad acquistare cinque pacchi di farina così alle brutte il pane lo farai in casa, anche se il tuo pane è immangiabile ma pazienza.
Del resto più del virus mi fa paura la stupidità di chi non segue le prescrizioni e mette gli altri a rischio, o di chi fa già testamento perché moriremo tutti. Di chi sui social diffonde notizie false, spende il suo tempo in critiche sterili o deride chi ha paura.
Non c’è mascherina che tenga per difendersi dall’ignoranza.