Un risveglio al freddo al gelo e al buio, ché la caldaia sceglie sempre questo periodo dell’anno per movimentarci le esistenze e questa volta lo ha fatto in grande stile, andandosene nella notte e regalandoci un risveglio tra i ghiacci.
Chiamatemi Elsa di Frozen.
L’uomo della caldaia, al quale brillano gli occhi mentre esamina la vastità del danno da sistemare, mentre rapidamente fa il conto se prenotare un safari a Malindi o la pesca d’altura alle Maldive.
La mattinata al McDonald per lavorare al caldo con una connessione wi fi che a casa non hai, perché la caldaia se ne è andata portandosi con sé anche l’impianto elettrico, i tre caffè che bevi per giustificare il tuo stare attaccata alla presa della corrente come a un salvagente nella tempesta.
La notifica di una nota sul registro elettronico della mezzana, rea confessa di studio di francese durante l’ora di scienze umane.
Per questo sarebbe anche stata graziata, se solo non avesse -cito testuale- “risposto in tono ironico e saccente che è in grado di fare due cose contemporaneamente, eh” alla professoressa.
Aveva ragione Jack Nicholson, il mattino ha l’oro in bocca.
Ma solo per l’uomo della caldaia.