La piccola che finisce il suo calendario dell’avvento e anche il mio, che non ricordavo di avere forse perché stava nascosto nella sua stanza.
Una litigata epica tra fratelli, davanti a un piatto di tortellini in brodo che diventano freddi, parole che si dicono quando si è pieni di rabbia e dopo tocca riparare e riscaldare i tortellini nel microonde.
Un aperitivo natalizio con i vicini amici, per farsi gli auguri che ci rifaremo domattina in pigiama, per ricordarci che a volte si è molto fortunati a condividere un numero civico.
Un funerale, a ventiquattro anni esatti da quello del mio papà, un’amica che piange ma risplende di amore e coraggio.
Un regalo inaspettato portato con l’inganno davanti a una tazza di caffè, da un’amica speciale che ti conosce. E essere conosciuti da qualcuno è un dono bello e prezioso.
Gli ultimi regali da sistemare, i biglietti da scrivere, ché c’è sempre una certa aspettativa quando le persone pensano che tu sappia fare una cosa.
Il fidanzato lontano, che trova comunque il modo di starti vicino.
Natale è un megafono sulla bocca dello stomaco, amplifica e fa rimbombare ogni emozione, dentro e fuori.
Buon Natale, a tutti