Ha i capelli neri come Pochaontas, un buffo brillantino sulla narice, le unghie lunghissime dipinte di un importabile giallo senape, che sulle sue mani sembra quasi stare bene.
Sta in cassa, alla pompa di benzina che è anche bar e lavaggio auto, chiede se hai la carta sconto, se paghi col bancomat o contanti. Chissà se le piace, stare lì in mezzo a quel via vai, perché dal benzinaio non ci si ferma mai veramente, si transita senza guardare.
Lei però guarda, e quasi sempre ha qualcosa di bello da dire.
Che collana meravigliosa, le indossa così particolari, cambiato colore di capelli? Quella sfumatura le dona molto. Il trucco leggero la fa sembrare più giovane.
Lo sguardo che accompagna parole buone.
Glielo dico.
“Certo che lei è sempre gentile, con tutti”
“Non è gentilezza, è che mi piacciono le cose belle. E quando le vedo so che bisogna dirlo”
“Bisogna dirlo?”
“Sì, fa star bene me che lo dico e chi lo ascolta. Le cose belle vanno dette sempre”
La gentilezza, una forma profonda di saggezza, a volte si nasconde dietro uno smalto color senape, tra l’olio motore e gli arbre magique alla menta.