Tre tredicenni entrarono a Trento tutte e tre trotterellando.
Ah, no, non erano loro, anche se avrebbero sicuramente fatto più casino dei trentatré trentini.
La mezzana e due sue compagne di squadra nonché amiche e coetanee hanno organizzato un pigiama party a casa mia.
Dopo aver divorato una pizza famiglia metà margherita e metà würstel e patatine, un must irrinunciabile per gli adolescenti di tutto il mondo, non paghe, hanno saccheggiato la dispensa in cerca di merendine, patatine e pure i resti appiccicosi di Halloween.
Pop corn stantii sono stati rinvenuti la mattina sotto il letto e nelle orecchie del gatto.
Ma il metabolismo veloce -è cosa nota- è dono degli dei o delle tredicenni.
Prima di andare a letto non si sono fatte mancare una serie di addominali, ché non si sa mai.
Per mantenere intatta la loro naturale bellezza di sono spalmate sul viso una maschera nera purificante, una rosa idratante e una verde astringente.
Per ripulirsi hanno usato il mio pacco convenienza fino all’ultima salviettina.
In camera si sono dedicate allo stalkeraggio professionale dei profili Instagram di compagni di scuola e celebrità.
Alle tre e mezza del mattino sono state zittite senza possibilità di replica da una madre che non ha più l’età, il fisico o la pazienza di reggere la mancanza di sonno.
La mattina si sono alzate subito, hanno infilato pantaloncini e canotta e accompagnate da un vento polare sono andate a giocare una partita di pallavolo. Hanno persino vinto.
Io mi sono stancata anche solo a guardarle.
I tredici anni, come la taglia quarantadue, non mi entrano più.