Io che ti ho fatto assaggiare la mela, la crema di riso mais e tapioca, la pasta col pomodoro e la pizza.
Che mi ricordo la tua espressione dopo aver provato il limone. Che ero lì quando hai toccato la neve la prima volta e hai appoggiato i piedi -che ancora erano piccoli e tutti da mordere- sulla sabbia in spiaggia, ritraendoli subito dopo.
Quando sei salita su un aereo, una nave, persino dentro un sommergibile.
Quando hai visto una giraffa da vicino e accarezzato un delfino.
E quello che mi piace di più è farti assaggiare emozioni.
Di prime volte ne ho viste tante e so che da adesso in poi ne vedrò sempre meno, perché anche se ti piace stare comoda e appollaiata, so che hai ali forti pronte per spiccare il volo.
Mi piace condividere le emozioni insieme, perché è l’unico luogo dove non esiste la mamma o la figlia, c’è invece la commozione, la gioia, l’euforia e si può stare sedute accanto, non devo stare un passo più avanti per guidarti o attenderti.
L’emozione è singolare, ma se a cantarla sono più di diecimila fa da cassa di risonanza nell’anima.
Perché uscire da un grande concerto senza voce è un buon inizio per trovarti con parole nuove.
E come ha detto lui, che tanto t’è piaciuto, ce n’è bellezza, guarda bene, anche se a volte non si fa vedere.
Ascoltalo.