È imperscrutabile, sorride poco e parla ancora meno.
A tavola legge le chat di Instagram e io vorrei dirgli che non è cosa né buona né giusta, ma il primogenito dice che in America si usa così e allora taccio, anche se a malincuore.
Non mangia nulla di quello che gli preparo, pare che la mia fama di ottima cuoca sia giunta oltreoceano. A mia discolpa posso dire che non ha voluto toccare nemmeno affettati e formaggio.
Ha sviluppato una insana passione per i biscotti orociock, che ha assaggiato qui per la prima volta. Ne tiene una scatola sul comodino e dei pacchetti sparsi nel borsone.
Le sue scarpe numero quarantotto e mezzo aspettano fuori dalla porta, e ieri ci ha trovato due lucertole omaggio del piccolo gatto. Ci sarebbe stata anche un’iguana, considerata la grandezza.
Soffre di improvvise narcolessie, forse per il jet lag, forse per l’età, fatto sta che di pomeriggio non siamo riusciti a svegliarlo neanche con le urla della piccola.
Gioca a pallacanestro come un campione e da grande vuole entrare nell’esercito, laggiù in Ohio.
Noi speriamo che diventi un giocatore famoso di NBA, per dire che è stato a casa nostra e rivendere su ebay i palloni che ci stiamo facendo autografare.
Insomma, ci portiamo avanti.