Ha la felpa gialla di quattro taglie più grandi, che nasconde un body nero, verde e scintillante.
Una coda alta e ben tirata durata quanto un gatto in tangenziale, che ha liberato ciuffi pazzi intorno a quel faccino che mi mangerei di baci.
In preda a logorrea da emozione non ha smesso di parlare un solo istante, riempiendo i silenzi con aneddoti e improbabili barzellette.
Ha ascoltato con attenzione i consigli dell’ultima ora del suo maestro, che potrebbe scrivere “lo zen e l’arte di allenare ginnaste preadolescenti” facendone un best seller.
Ha fatto riscaldamento prima della gara col suo stile unico e inimitabile, una via di mezzo tra Nadia Comaneci alle Olimpiadi di Montreal e Fantozzi alla coppa Cobram.
Si è esibita con impegno, concentrazione e emozione al corpo libero, trave e trampolino, con un occhio verso quel podio tanto desiderato.
Sul quale, purtroppo, non siamo riusciti a salire.
Per ora.