La lavatrice che si intasa e allaga il bagno, il primogenito che si siede sul suo cellulare frantumando lo schermo con le sue delicate terga, la spia dell’olio che si accende implacabile sul cruscotto della macchina.
Una settimana senza sosta e senza tregua tra lavoro, trasferte, bisogni e scadenze.
La richiesta di una relazione scritta in inglese, quando ti senti preparata come Mr. Flanagan di Mai dire gol e il massimo della tua padronanza linguistica si raggiunge declamando “the cat si on the table”
L’avvicinarsi di un evento che tanto ti emoziona quanto terrorizza, con la sindrome dell’impostore sempre in agguato, la tachicardia e la perenne sensazione di non essere mai abbastanza.
Cesare e Marco Aurelio da provare al primogenito finché non si sente pronto, che la sicurezza passa nel dna come i denti storti o i piedi piatti.
E poi un pomeriggio con la cioccolata e i biscotti, la piccola sul divano che legge ridendo un libro della biblioteca sulla storia di una quarta elementare, la mezzana che porta a casa dieci in inglese guadagnandosi una standing ovation da tutti, gatti inclusi. Il primogenito felice per aver ottenuto un permesso speciale.
Gratta gratta, qualcosa di bello si trova sempre.