Nel mezzo della notte, il riposo dei giusti.
Quando, all’improvviso.
“Aaaaarghhhh!!!”
“Mamma, calmati, ti ho solo fatto una carezza sulla testa! Non gridare che svegli tutti, è notte, santo cielo”
“Appunto, è notte! Ossignore che spavento. Io dormivo! E tu mi hai terrorizzata”
“Ah, dormivi? Io no, non riesco”
“Non riesci”
“Non riesco”
“Sparisci”
“Sparisco”
Poco dopo.
“Thanks je urlp lengerren fuvitsu je suis bonjour address”
“O cielo, il grande. Ehi? Sveglia, è solo un brutto sogno”
“Can ai parlevù respan”
“Ecco, parla lingue sconosciute, adesso prendo un crocefisso”
“Ronf”
All’alba
“Aiuto! Accidenti ma…piccola! Cosa fai nel mio letto, ommioddio io non arrivo a domani”
“Non so mami, non mi ricordo niente. Vabbè, abbracciamoci”
Presenze silenziose, carezze assassine, lingue sconosciute.
Chissà se lo trovo un esorcista aperto la settimana di ferragosto.