Alla radio
“E se ti parlo con il cuore chiuso
Rispondi tanto per fare
E se mi metto davvero a nudo
Dici che ho sempre voglia di scopare
Servirebbe un secondo più all’anno
Per fare un respiro profondo
Per rilassare le spalle
Tanto tutte le strade mi portano alle tue mutande”
“E avete ascoltato Calcutta con la sua Orgasmo! E sono le sedici e trenta in punto!”
“Mami, cosa vuol dire orgasmo?”
Ecco.
Sono questi i momenti topici della vita, quando in macchina passa una canzone e ti maledici perché potevi ascoltare il rosario su radio Maria, perché Calcutta poteva farsi i fatti suoi e cercare un titolo meno originale, perché da quando i tuoi figli sono piccini insisti che chiedano sempre il significato delle parole che non conoscono.
Invece ti tocca dare risposte scomode agli occhioni della piccola che ti fissano dallo specchietto.
In pochi attimi devi prendere una decisione tra diverse possibilità, da vagliare nel minor tempo possibile.
Perché si sa, lo spazio intercorso fra la sua domanda e la tua risposta dà l’esatta misura del tuo imbarazzo.
Le prime tre cose che mi attraversano la mente sono:
1. Azione distrattiva: “amore, guarda fuori, dopo il semaforo! C’è un unicorno!”
2. Azione direttiva: due sberle e non permetterti più di fare certe domande.
3. Azione pedagogica, ché sei una pedagogista mica una blogger, saprai bene spiegare a tua figlia di nove anni cos’è un orgasmo, il concetto di piacere e la sessualità in genere.
Invece per una volta è la vita a venirti incontro, con le sembianze di una bella bambina bionda.
“Mami guarda c’è la mia amica S.! Ti fermi che così scendo e la saluto?”
All’amica S, naturalmente, va tutta la mia gratitudine e una borsa di studio.
Nel frattempo vado a cercare un cacciavite e provo a smontare l’autoradio.