Il sabato si è accavallato sulla domenica, che è scivolata veloce forse spinta dal vento freddo della Siberia.
È arrivata la neve, la presentazione del libro con tutte le emozioni che si porta appresso, le facce amiche sedute davanti, quelle amate a fianco.
È arrivato il lavoro la domenica mattina, accanto a un lago dalle rive bianche, la spesa dimenticata il pomeriggio, la biancheria da stirare la sera.
Quella però temo rimarrà nel cesto.
È arrivato il grande con la parafrasi di epica “ma hanno fatto tutto questo casino per una donna? Bah”, col pomeriggio di magia e la sera di arbitraggio, come consueto. È arrivato di corsa in bicicletta sotto i fiocchi di neve per vedere giocare i compagni di squadra, ha ripetuto qualche frase in inglese non meglio identificata e si è fatto accompagnare all’ennesimo torneo, questa volta di piccoli, da arbitrare.
È arrivata la mezzana, che ha trovato il coraggio di saltare una volta sotto la rete e ha battuto l’ultimo punto vittorioso della partita. Non è arrivata con i compiti ed è stata costretta a studiare geografia, nostra materia preferita (!)
È arrivata la piccola, che ha rinunciato al tanto desiderato corso di trampolino per andare alla festa della sua cara amica, dove si è divertita come non capitava da un po’. “Mami, abbiamo giocato a Nascondaino, un nascondino che si fa in coppia. Io e V. Ci siamo nascoste nella doccia e abbiamo stravinto”
È arrivata coi compiti di musica, flagello e piaga della famiglia, per i quali è stata assoldata a costo zero la sorella maggiore. È arrivata troppo vicina alla teglia di lasagne donataci ieri, che è stata dunque nascosta.
È arrivato il gatto a chiedere da mangiare, di uscire, di bere, di rientrare.
È quasi arrivato il lunedì, per fortuna.